Pensieri e riflessioni su Watchmen

[questa è più che altro una riflessione sul finale della serie] 

Sfogliando la prima volta le pagine di Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons mi sono soffermata a guardare i colori e poi, ho letto il fumetto.

Porcamiseria, sono colori così vivaci, dovrebbero comunicare felicità, tuttavia, allerta spoiler, proprio nell’ultimo capitolo, nelle pagine in cui si mostra la catastrofe di New York, ho realizzato come anche qualcosa di così colorato possa creare una scena così cruda. Le ho guadate a lungo, quelle pagine. 

Il volume 12 di Watchmen ha distrutto tutto, letteralmente, non credevo sarebbe finita così. Non so se abbia vinto -non so SE qualcuno abbia vinto- il cattivo o il buono.  Chi era il cattivo? C’era il cattivo? Non lo so. Devo rifletterci. 

Il finale mi è piaciuto. Mi è piaciuto che il diario di Rorschach verrà – o almeno voglio crederlo – pubblicato da quel giornalino che doveva trovare un modo di riempire le pagine non avendo nulla da dire. Il diario di Rorschach viene impiegato come tappabuchi in un giornale disperato. 

Mi dispiace per Rorschach, non volevo che morisse. Sì, vedeva il mondo in bianco e nero, ma non era cattivo e voleva aiutare le persone: scoperto il complotto di Ozymandias, alias Adrian Veidt, gli altri, Nite Owl, Silk Spectre e Dr. Manhattan decidono di non parlare e celare la verità sul conto di Veidt sulle sue azioni. Rorschach non intendeva in alcun modo trovare un compromesso – è stato il suo principio di non fare compromessi a portarlo alla morte – e scendere a patti con Veidt. Rorschach aveva le idee chiare ma ormai gli altri, pur trovandosi avvolti nell’incertezza sul da farsi, avevano dalla loro parte Dr. Manhattan che, in un istante, ha disintegrato Rorschach, l’unico che avrebbe potuto smascherare la loro menzogna. 

Chi è il cattivo nella storia? 

Veidt voleva porre fine alle guerre, porre fine ad un’incessante distruzione per mano dell’uomo sull’uomo stesso, e sull’ambiente. Per farlo ha dato vita ad una creatura, un mostro che ha seminato terrore e distruzione in pochi istanti. Gli effetti di questa creatura sul mondo, sull’America erano così devastanti da far provare pena nei confronti delle nazioni con cui l’USA si trovava in guerra in quel momento, per esempio con la Russia che addirittura manda supporto in America per fronteggiare quel mostro sconosciuto. Veidt ha raggiunto così il suo obiettivo. Ma a quale costo? Vite di persone hanno pagato per le vite di altre persone che in questo modo non moriranno in guerra. Qual è la differenza? Tanto le guerre ci saranno sempre, se si fermano per alcuni anni non implica che non ne sorgeranno altre in futuro. Magari Veidt -l’uomo più intelligente del mondo- aveva pensato che uccidendo tante persone in un solo istante, avrebbe salvato le vite di moltissime persone che sarebbero potute morire in un futuro prossimo. L’uomo più intelligente del mondo dicevano, eh? Forse si era montato un po’ la testa, ma la colpa non era del tutto sua, anche di tutti coloro che lo idolatravano. 

Veidt non era un supereroe, era un uomo mascherato, un uomo. Forse è bene che i supereroi li facciano chi è meno corruttibile dell’uomo, meglio lasciar fare il supereroe a tipi come Clark Kent. 

Riflessione generale

Durante la lettura del fumetto ero proprio immersa, l’ho letto come un volume unico, non come una serie ad episodi. Questa storia si discosta profondamente dalla classica che si legge o vede sui supereroi, o eroi mascherati: mette sotto un’altra luce la figura dell’eroe, che sì, aiuta le persone ma ha dei problemi anche lui/lei. Probabilmente Watchmen è stato il punto di svolta in cui il fumetto del supereroe ha smesso di rappresentare l’eroe perfetto, invincibile, che dalla sua parte ha la fortuna, la forza, il potere, la bellezza, e ha invece iniziato a raffigurare e presentare una versione di eroe umano, ed effettivamente gli eroi di questo fumetto sono umani, tolto Dr. Manhattan, un ex-uomo, che presenta forse un lato più umano quando decide di uccidere Rorschach.